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La Cassazione ribadisce tolleranza zero sulla lealtà del Dipendente


La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11985 del 7 maggio 2025, ha ribadito un principio fondamentale nei rapporti di lavoro: la fiducia tra dipendente e datore di lavoro è un elemento intoccabile. Anche piccole mancanze possono giustificare un licenziamento per giusta causa, se minano questa fiducia.

La Suprema Corte ha confermato il licenziamento di una cassiera che non aveva registrato ripetutamente alcune vendite e non aveva emesso gli scontrini corrispondenti. Nonostante si trattasse di importi modesti e non fosse stata provata un’appropriazione indebita, il licenziamento è stato ritenuto legittimo.

Secondo la Cassazione, ciò che conta non è l’entità del danno economico o la prova di un furto, ma la lesione del vincolo fiduciario. Un comportamento scorretto, anche se di lieve entità, è sufficiente a mettere in discussione la futura correttezza della prestazione lavorativa, dimostrando una mancanza di diligenza e fedeltà. Questo basta a compromettere irrimediabilmente il rapporto di fiducia, rendendo legittimo il licenziamento per giusta causa.

In sintesi, la pronuncia sottolinea che la fedeltà e la correttezza del lavoratore sono essenziali, e anche una piccola violazione di questi principi può avere gravi conseguenze, indipendentemente dal danno economico diretto o dalla necessità di accertare un reato penale.

Permessi 104: licenziato il dipendente che trascorre gran parte del tempo nell’agenzia della moglie.


La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8342 del 30 marzo 2025, ha convalidato il licenziamento per giusta causa di un dipendente sorpreso da investigatori privati ad abusare dei permessi ex Legge 104. Invece di assistere la suocera disabile, il lavoratore trascorreva gran parte del tempo nell’agenzia della moglie, ricevendo clienti. La Cassazione ha ritenuto che tale condotta abbia irrimediabilmente compromesso il rapporto di fiducia con il datore di lavoro, sottolineando che l’assistenza al disabile deve essere congrua alle sue esigenze, anche se non continuativa.


Le indagini effettuate da un’Agenzia Investigativa per accertare condotte illecite di un dipendente sono considerate legittime dalla Cassazione 


La Corte di Cassazione con Ordinanza n. 2157/2025  del 30 gennaio 2025 ha recentemente confermato il licenziamento per giusta causa di un dipendente per utilizzo improprio dei Permessi 104.

Con tale sentenza è inoltre stato ribadito l’utilizzo legittimo di un’agenzia investigativa da parte del datore di lavoro per accertare eventuali comportamenti illeciti del lavoratore.