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Riprendere un dipendente che ruba non costituisce violazione della privacy.


Con la Sentenza n. 3045/2025 del 6 febbraio 2025, la Corte di Cassazione ha confermato che un datore di lavoro non viola la privacy quando riprende un dipendente sorpreso a rubare, purché il monitoraggio sia finalizzato a proteggere il patrimonio aziendale.
In passato, altre pronunce della Cassazione si erano già occupate del tema della sorveglianza sui lavoratori e della tutela della riservatezza, stabilendo che l’uso di telecamere sul luogo di lavoro non costituisce reato se rispetta specifiche condizioni.

Nello specifico, mentre i controlli preventivi e generalizzati sono soggetti alle restrizioni previste dallo Statuto dei Lavoratori, i controlli difensivi effettuati in presenza di un fondato sospetto sono ritenuti leciti.

La Corte di Cassazione,  con l’Ordinanza n. 2618 del 04 febbraio 2025, conferma la legittimità del licenziamento del dipendente in congedo parentale che svolge un’altra attività lavorativa.

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